Bibooo Bibooo Bibooo: sirena, camicia di forza e ricovero forzato in manicomio. Ah, già i manicomi non esistono più. Ma quella sarebbe stata la giusta destinazione per il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone, dopo che ha pronunciato la frase: “Quando la società era in crisi, i giornalisti erano pronti per uccidere la Fiorentina”.
Neanche l’italiano ancora un po’ traballante può essere accampato come motivo per aver espresso un vaneggiamento di tale portata. I giornalisti pronti a uccidere la Fiorentina, equivale al classico detto del marito disposto ad evirarsi per far dispetto alla moglie. Addfirittura superfluo, perché lo sanno anche i sassi dell’Arno, spiegare quanto valga in termini di copie, audience e clic la Fiorentina per gli organi di infomazione.
Inoltre Barone, come a suo tempo Commisso, pare incapace di rivolgere le sue accuse in modo diretto, facendo nome e cognome del presunto colpevole (sempre che esista). Non sia mai. Meglio indicare al pubblico ludibrio dei tifosi tutta la categoria. Chissà che qualche invasato non prenda spunto per allungare uno scapaccione a qualche giornalista. Colpirne uno per educarne cento, come insegnavano le Br.
La stessa logica usata dal presidente per lamentarsi delle “offese alla famiglia”, che in realtà erano state rivolte solo da un personaggio (non giornalista) abitaule frequentatore di uno dei tanti salotti di una tv locale che, da quel momento, ha deciso di distinguersi per esasperato fiancheggiamento nei confronti della proprietà viola.
Dai “cartellini rossi” alle accuse di “tentato omicidio”.
Bibooo Bibooo Bibooo.