Salvate il soldato Cognigni. Faccio una premessa: non ho mai incontrato il presidente esecutivo della Fiorentina, né ho mai avuto occasione di parlarci, neanche al telefono. Comprendo l’amarezza della Fiesole per lo scarso “calore” che la società Fiorentina dimostra nei confronti della tifoseria (salvo farvi appello nei momenti di bisogno), la ostinata pratica degli allenamenti a porte chiuse (ma è proprio Montella a non volere “distrazioni”), l’indisponibilità a mandare i giocatori alle cene dei viola club. Capisco anche la diffidenza verso un dirigente che non proviene dal mondo del calcio e che, forse, in qualche circostanza ha usato termini più consoni ad un membro di collegio sindacale (come in effetti è in molte società) che ad un presidente stile Borgorosso football club. Tuttavia mi appare puerile l’individuazione in Mario Cognigni dell’anima nera della Fiorentina. Il bubbone da estirpare per tornare ad essere tutti felici e contenti. Cognigni che mette i bastoni fra le ruote a Pradè e Macia sul mercato. Cognigni che non ha un buon rapporto con Montella al quale non compra i giocatori. Cognigni che indica i tifosi viola con il termine “clienti”, come se lo stadio fosse un grande magazzino e non un contenitore di spettacolo ed emozioni. Cognigni con il bilancio sul comodino al posto della Bibbia. Magari c’è un po’ o anche molto di vero in tutto questo. Però una cosa è chiara: Mario Cognigni non è un uomo di fiducia dei Della Valle, è l’uomo di fiducia dei Della Valle e da ben prima che si dessero al calcio. La reazione di Andrea era scontata in partenza: “Chi attacca Cognigni attacca me”. Cosa si aspettavano i gruppi della Fiesole? Che Andrea Della Valle desse improvvisamente un calcio nel sedere al presidente esecutivo per far contenta la tifoseria? Ma andiamo! Anzi, se mai avesse avuto un dubbio sull’opportunità di confermare Cognigni alla sua scrivania, un attacco così scriteriato non avrebbe che provocato l’effetto contrario. Se Cognigni fosse stato in bilico, e non credo lo fosse, avrebbe pagato per vedere un comunicato di quel tenore (dove fra l’altro non si ha neanche il buon gusto di mettere nome e cognome di colui di cui si chiede la testa). Se il “progetto viola” non fila secondo le tappe stabilite, se ci sono problemi di rapporti con i tifosi, se emergono attriti all’interno della società, certamente chi ne è il presidente esecutivo ha delle responsabilità notevoli. Ma ancora di più ce l’ha chi l’ha scelto e, anno dopo anno, gli rinnova la fiducia. Che si fa? Chiediamo ai Della Valle di passare la mano? Io, lo dico apertamente, voto contro.