Ricordate l’infame giornata del 3 maggio 2014, quella in cui fu ferito a morte Ciro Esposito? Finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli allo stadio Olimpico di Roma. Perché ne parlo oggi? E’ presto detto. Non c’è alcuna ricorrenza né agganci con la cronaca di questi giorni. Tranne per un particolare.
Sky Atlantic, qualche giorno fa (domenica 13 novembre per la precisione), ha mandato in onda “L’ ultimo stadio”. Si tratta della ricostruzione degli avvenimenti di quella giornata fatta esclusivamente attraverso i video girati dalla polizia (e qualcuno dai tifosi). Non c’è commento giornalistico. La colonna sonora è costituita solo dallo scambio di comunicazioni operative tra la Questura di Roma e le volanti, le ambulanze, gli elicotteri in servizio per il controllo del massiccio afflusso di tifosi.
Cosa è accaduto quel giorno è noto a tutti. Ma vedere le immagini girate dalla polizia e ascoltare la registrazione dei colloqui fa montare, ancora oggi, un effetto rabbia incontenibile.
Il video mostra chiaramente che a Roma c’erano due tifoserie molto diverse fra loro, perfino negli elementi più esagitati. I tifosi della fiorentina sono mostrati mentre sventolano le loro bandiere camminando tranquillamente per le vie della capitale o allo stadio. E all’interno di un pullman, mentre subiscono l’assalto indisturbato di un manipolo di tifosi napoletani.
Ma sono solo frammenti di un video di circa tre quarti d’ora nel quale si mostrano invece ampiamente gruppi di teppisti del Napoli mascherati e armati di bastoni che sfidano le forze dell’ordine, assaltano una volante, forzano i tornelli, scavalcano le recinzioni dello stadio. Sui loro volti c’è ignoranza e protervia. Nessuna perquisizione, la possibilità di entrare all’Olimpico con il loro armamentario. Una tolleranza indecente. Poi scorre qualche immagine della penosa trattativa (quella sempre negata dal ministro Alfano) tra Hamsik e il famigerato Jenny la Carogna. I primi due gol del Napoli in rapida successione. Il fischio finale con i napoletani in campo a esultare spaccando pali, traverse e reti.
Edificante l’ascolto delle conversazioni della Polizia, dal quale si ha la conferma della totale inadeguatezza del servizio d’ordine approntato dalla Questura di Roma per l’evento: poliziotti che urlano invocando rinforzi che non arrivano, altri che chiedono cosa fare con centinaia di pullman arrivati dove non era previsto. In mezzo a questo caos, l’intervento dell’ambulanza sul luogo della sparatoria tra l’ultras della Roma e un gruppo di Napoletani fra i quali Ciro Esposito. Uno scenario che avrebbe dovuto portare a dimissioni eccellenti e che invece è stato fatto passare come ineluttabile e infronteggiabile. Una partita giocata in un clima surreale al pari, se non più, di quella da tutti contestata che dette alla Juventus la vittoria della Coppa dei Campioni contro il Liverpool nello stadio Heysel.
Con ciò che era successo e con la pressione della tifoseria partenopea zeppa di violenti, di camorristi, di vandali il Napoli poteva perdere quella partita? Roma si poteva permettere di lasciar sciamare per le sue strade un’orda barbarica ebbra di rabbia da sconfitta? Certo che no. Troppo meglio che a tornare a casa con le bandiere ammainate fossero i fiorentini, beceri ma civili, incazzati ma tranquilli. Così anche il palese flop del servizio d’ordine capitolino sarebbe passato sotto traccia.
Se ne avete l’opportunità guardatevi il filmato. E’ più chiaro di qualsiasi analisi sociologica. Anche se dopo vi prenderà un gran giramento…
luigi fortunato
Ho seguito, allora, la vicenda, io tifoso viola, è stata una cosa vergognosa, le autorità manovrate da jenny a’ carogna, è giusta l’osservazione che hai fatto, sarebbe stata da ripetere ma non potevano, avevano troppa paura, i tifosi napoletani erano venuti a roma proprio imponendo il loro terrore insieme anche a camorristi, volevano, con il terrore e la paura, vincere a tutti i costi quella partita.