L’anno scorso trascorremmo l’estate calcio-mercatistica seguendo puntata dopo puntata la telenovela “Cuadrado se ne andrà”. Con finale a (piacevole) sorpresa, perché il colombiano restò alla Fiorentina, seppure per metà campionato. Da qualche settimana siamo emotivamente tutti coinvolti dalla fiction “Salah non ci lasciare”, confidando che anche stavolta ci possa essere l’happy end. L’infinita incertezza sul destino della Vespa finì per condizionare il mercato viola, fino ai non azzeccatissimi acquisti dell’ultimo minuto che probabilmente furono il primo colpo di piccone al rapporto con Montella. Stavolta la vicenda dovrebbe districarsi assai prima. Lasciando comunque pesanti strascichi. Se Salah resterà in viola, con i Della Valle costretti a mettere sul piatto 18 milioni, è arduo pensare che ci potranno essere altri esborsi per un mercato scintillante. Saranno ancor più necessari fiuto per giocatori di scarsa notorietà ma di ampie prospettive e coraggio per puntare su qualche giovane del vivaio. Se, malauguratamente, l’egiziano dovesse lasciare la Fiorentina, la società entrerebbe in una fase di turbolenza che neanche la nave stellare Enterprise quando incontra uno sciame di meteoriti. Purtroppo i vertici della società viola hanno inanellato una serie di figuracce che nessuna delle due possibili conclusioni della trattativa potrà cancellare (anche se la conferma di Salah contribuirebbe a metterle in secondo piano). Soprattutto hanno mentito in modo spudorato ai propri tifosi, minando il delicato e talvolta burrascoso rapporto. Non solo non c’era da stare sereni sulla conferma del prestito di Salah, come dichiarò il direttore sportivo Pradè.
Ma non esisteva il famoso “diritto di riscatto” sbandierato da Violachannel, organo ufficiale della Fiorentina nell’annuncio dell’ingaggio dell’egiziano (vedi foto)? Perché senza la preventiva accettazione del giocatore il diritto di riscatto non esiste: questo affermano le norme federali. Sulle nuove maglie, tra il giglio e Save the children, ricamateci un pinocchietto.
pompeo
bugiardi approssimativi l’ennesima brutta figura