Fischi? No, sarebbe da ingrati. La sua Fiorentina ci ha fatto divertire e ci ha restituito un orgoglio che la scellerata gestione Delio Rossi aveva confinato nella naftalina. Ma neanche applausi, perché la sua storia con la Fiorentina non ha avuto un lieto fine e le dichiarazioni di questi giorni evidenziano una volontà di intorbidare anziché stemperare. Ecco perché, per quanto mi riguarda, accoglierò Montella come qualsiasi altro allenatore di una squadra avversaria. Non dimentico ciò che di buono ha fatto alla Fiorentina. Sulle sue basi di gioco Paulo Sousa ha potuto lavorare migliorando ulteriormente alcuni meccanismi e innestandovi i propri. Ma questo è l’aspetto tecnico. Sul piano umano Montella ha dimostrato di valere poco. Sul presunto gentlemen’s agremeent lancia l’accusa ad un dirigente viola senza rivelarne il nome, così nessuno lo può smentire. Escamotage da vigliacchetti. Senza contare il clamoroso dietrofront su Borja Valero: nelle interviste di ieri affermava che era l’unico a non averlo mai chiamato, oggi su Repubblica parla di equivoco e rovescia il concetto dicendo che lo spagnolo è l’unico che si è fatto sentire. Il problema è che ad intervistarlo c’erano addirittura quattro colleghi: Giuseppe Calabrese di Repubblica, Giampalolo Marchini della Nazione, Leonardo Bardazzi e Michela Lanza per il Corriere Fiorentino. Tutti e tre i giornali hanno riportato la stessa frase di Montella. In quattro avrebbero preso fischi per fiaschi. Meno male che Montella voleva fare chiarezza.