C’è un elemento positivo nella scellerata partita contro la Dinamo Minsk che mi piace evidenziare: i movimenti di Marin (foto Galassi). Ho cercato di seguirlo anche quando non aveva la palla fra i piedi. Devo dire che mi ha ricordato molto il metodo di spostamento tipico di Rossi. Partenza in linea col centravanti , di solito sulla sinistra, poi progressivo abbassamento verso il centro, fino alla linea dei centrocampisti, quindi riallargamento sulla sinistra (o più raramente sulla destra), per riemergere in zona d’attacco di nuovo al fianco della punta centrale. Una sorta di girotondo (in senso orario partendo da sinistra, antiorario partendo da destra) che ha più obiettivi: sottrarsi alla marcatura dei centrali, dare una mano alla fase di costruzione, aprire spazi per l’inserimento delle mezze ali, sbucare all’improvviso sul fronte offensivo per battere a rete.
Marin mi sembra che abbia adottato questa formula, probabilmente studiata da Montella per una seconda punta che abbia caratteristiche di velocità, dribbling, scelta di tempo e sapienza tattica. Nessuno, fra Babacar, Cuadrado e Ilicic ha tutte queste caratteristiche. Rossi interpreta il ruolo ai massimi livelli, coniugandolo con quello di goleador che, invece, manca nel curriculum di Marin. Anche se dobbiamo registrare a suo favore due reti in 187 minuti giocati finora in maglia viola (4 presenze di cui solo due come titolare). Niente male come media. E’ ancora presto per ritenere di aver trovato l’alter ego naturale di Rossi fino al suo rientro. Domani a Cesena vedremo il suo (probabile) esordio in campionato. Tuttavia un Marin tirato a lucido potrebbe creare piacevoli imbarazzi di scelta a Montella e un po’ di inquietudine in Cuadrado. La concorrenza non è solo è l’anima del commercio…