Unità, azienda, sensibilità, scelte: sono le quattro parole chiave nel discorso di Pradè, oggi in conferenza stampa. Condite con una frase che, però, mette un po’ in discussione ogni affermazione. “In questo momento devo difendere tutte le scelte fatte, giuste o sbagliate che siano”, ha detto con franchezza il direttore sportivo viola. Così ammettendo, implicitamente, la possibilità di fornire un frullato di verità e di mezze verità, se non proprio di bugie.
Unità. Pradè ha lanciato un appello ai tifosi, alla città, a tutti di stare vicini alla squadra. Di sostenerla in un momento delicato. La stesa cosa ha chiesto per Ilicic, il giocatore in questo momento al centro di mille polemiche, definito “un figlio che chiede aiuto”. Unità di intenti è quella che accomuna proprietà, dirigenza e staff tecnico della Fiorentina.
Azienda. Ha difeso la definizione usata dal presidente Cognigni qualche giorno fa, riferita alla Fiorentina. Può piacere o meno, ma le grandi squadre, come il Bayern, sono anche grandi aziende. Un termine che al tifoso romantico non piace, tuttavia l’evoluzione del calcio sta proprio in questa trasformazione.
Sensibilità. Quando Montella ha parlato di pressioni sulla squadra non si riferiva né ai tifosi né alla proprietà. Sono i giocatori che si sentono in debito di vittorie. E’ la loro stessa sensibilità di non essere stati finora all’altezza delle attese a creare la pressione.
Scelte. Ha rivendicato quelle fatte, chiedendo, soprattutto in relazione alla campagna acquisti, di essere giudicato a fine campionato. Ed ha annunciato di stare già lavorando per la prossima stagione avendo la piena fiducia della proprietà.
Complessivamente una buona difesa, seppur abbastanza prevedibile. Tuttavia la prossima volta, qualora ce ne fosse bisogno, sarà necessario fare anche un po’ di autocritica. E non solo personalmente come Daniele Pradè.