Sul campo la Fiorentina viaggia in superstrada, fuori dal campo procede su una mulattiera. “Buca, sasso, buca, buca con acqua, buca con fango” (ricordate l’impareggiabile Tognazzi ne “Il federale”?). In questi anni la squadra ha avuto un percorso lineare e, tutto sommato, soddisfacente. La conduzione societaria, invece, è stata caratterizzata da continui soprassalti e docce scozzesi nei confronti di propri tesserati. Un percorso i cui ostacoli si sono intensificati nell’ultimo periodo. Non voglio rivangare le vicende legate a Prandelli, Corvino, Montolivo, Jovetic. Ormai definitivamente accantonate, anche se non completamente chiarite.
Ora però siamo di fronte ad un’escalation davvero preoccupante. In rapida successione abbiamo avuti i casi Neto, Macia, Montella, Salah, Joaquin. Mettiamo da parte l’analisi su torti e regioni. Non è questo il problema che voglio sottolineare. Se in un’azienda, che faccia calcio è solo un dettaglio, c’è un così alto tasso di conflittualità con i propri dipendenti, anche in ruoli di primo piano, qualche interrogativo deve nascere. Inutile avere club manager, team manager e altre figure di contorno se poi questi sono i risultati. E’ evidente che, così come nei confronti della tifoseria e più in generale della città, mancano capacità e sensibilità per rapportarsi in modo sereno e corretto. Non è sufficiente avere ragione nelle dispute per stabilire che la gestione del personale è ben condotta. I casi controversi sono troppi e troppo atipici per non far suonare l’allarme. Il problema della Fiorentina non è il portafogli più o meno largo dei Della Valle o la conduzione eccessivamente ragionieristica imputata a Cognigni. Il “baco”, come si usa dire, è nell’incapacità di prevenire situazioni “antipatiche”. Qualcuno obietterà che capita anche ad altre società. Forse, a me pare che la Fiorentina sia in testa alla classifica. Ma comunque il mal comune non sarebbe mezzo gaudio. Anzi, mi confermerebbe in una convinzione: i Della Valle sono entrati nel mondo del calcio, pensando di poterlo cambiare. In realtà è il mondo del calcio che sta cambiando loro.
Dr.Markus
Il problema Joaquin, di per se non sarebbe grave, un giocatore di 34 anni per mesi in panchina. Tra l’altro con un ingaggio piuttosto oneroso. Il problema è non aver sostituito Cuadrado, o Salah, e di tempo ce nè stato!
Ma che pensavano di risolverla con Gilberto?
Per ogni questione si gira la frittata e si trova il cattivo di turno, e il bello è che il giochetto funziona sempre.
Francesco Matteini
Ti do la stessa risposta che ho dato a Piero. In un’azienda, qualsiasi azienda, se nascono continuamente dei conflitti, fra l’altro assai singolari per modalità e tempistica, con i propri dipendenti c’è qualcosa che non va nella gestione del personale. I buoni, i cattivi e le frittate rigirate non c’entrano niente con questa mia considerazione.
rudy47
Concordo e aggiungo: troppi dirigenti.e poca presenza attiva da parte di ADV. Da noi si usa dire che l’occhio del padrone ingrassa il cavallo. Nel caso nostro e’ la VIOLA che ingrassa il padrone…..!
pompeo
bravo Matteini,
lucidissimo, il problema è che ora si beccherà una serie di improperi, da checca isterica, a juventino
lo Sto arrivando! già
io la apprezzo molto, per quanto può valere
pompeo
maledetto correttore
lo sto già arrivando sta per
LO SA!
piero
Caro Francesco non concordo.
Intanto non possiamo mettere da una parte l’analisi dei torti e delle ragioni.
Il calcio è un mondo strano, estremamente mediatico, non credo sia possibile gestire l’azienda calcio come si gestiscono le aziende “normali”.
La società ha una linea chi la rispetta bene, altrimenti trova un muro.
Probabilmente altre società cedono più in fretta ai voleri dei giocatori e dei
rispettivi procuratori.
Le problematiche Prandelli e Montolivo le creò Corvino.
Dall’intervista di Joaquin si deduce che la problematica la creò Montella.
Quadrado è stato venduto benissimo, Salah storia complicata ed ancora non terminata.
Secondo me, per il gioco di Sousa non abbiamo bisogno di giocatori
alla Quadrado e Salah e probabilmente nemmeno di Joaquin.
Tra i meriti dobbiamo ricordare l’arrivo di Sousa e i rinnovi (non facili) di Babacar e Bernardeschi.
Tra i demeriti sicuramente il rapporto con il popolo viola considerato troppe volte “cliente” e il non comprendere le potenzialità di questo popolo.
Si dice sempre che i risultati delle grandi squadre dipendono dalla forza delle società, questo credo debba valere anche per la nostra società.
Forza Viola
Francesco Matteini
Caro Piero, in un’azienda, qualsiasi azienda, se nascono continuamente dei conflitti, fra l’altro assai singolari per modalità e tempistica, con i propri dipendenti c’è qualcosa che non va nella gestione del personale. Tutto il resto sono discorsi che con questa mia considerazione non c’entrano niente.
pompeo
Piero io penso che i giocatori buoni stiano bene dappertutto e con qualsiasi allenatore, ma diciamo che per quanto riguarda Cuadrado e Salah faccio finta di seguirti
ma al posto di Joaquin domenica giocava Gilberto
tu l’hai vista la partita col Barcellona?
ti sembrava che Joaquin fosse fuori dagli schemi di Sousa o che Gilberto fosse meglio?
a me per niente
piero
Si, ho visto anche quella contro il mezzo Barcellona.
Non ho scritto che Gilberto è meglio di Joaquin, ho scritto che probabilmente Joaquin non è fondamentale.
Secondo te Suarez è peggiore di Badelj? eppure Sousa ha scelto Badelj.
A Francesco ribadisco che in ogni azienda i dipendenti/dirigenti cercano,giustamente, un trattamento economico migliore oppure una miglior qualità della vita.
Vi è un mercato di “teste” estremamente fluido,la maggior parte non avendo firmato contratti pluriennali da il preavviso e cambia azienda.
Naturalmente manca l’aspetto mediatico, i clienti non scendono in piazza se va via l’ottimo dirigente o l’ottimo magazziniere.
I calciatori e gli allenatori, sono liberi professionisti che firmano dei contratti con delle scadenze,la Fiorentina è una società che vuole il rispetto di questi contratti, a meno di un accordo soddisfacente per entrambi.
E’ questo il cambiamento dei Della Valle che hanno portato nel mondo del calcio.
Per me una società, calcistica o meno, si giudica dagli obiettivi raggiunti.
Il nostro obiettivo è rimanere in pianta stabile tra le prime 6 del campionato e non sfigurare in europa. Obiettivi quasi sempre raggiunti.
Per questo ritengo che la società non sia “portata
dalla piena”ma estremamente capace.
Forza Viola