Una manifestazione numerosa, rumorosa, colorata, colorita, coinvolgente, provocatoria ed ironica al tempo stesso. I tifosi viola hanno dato sfogo a fantasia e passione sperando di trasformarla in pressione affinché Firenze e la Fiorentina possano avere uno stadio efficiente.
Il problema, però, è che in questa “battaglia” manca il “nemico”. Nessuno afferma di “esseere contro”. Ogni attore in scena, dal sindaco al soperintendente, alle varie forze politiche, sono tutti “per” lo stadio. Tuttavia ognuno di loro, rispettando ruoli e norme, ha buon gioco nel dimostrare di aver fatto tutto ciò che è in proprio potere per agevolare il progetto, anche se questo non basta.
Allora diventa facile orientare la rabbia dei tifosi verso un generico “mostro-burocrazia” che impedisce tutto. Ovvero, di fatto, contro nessuno.
Le ipotesi prospettate (Mercafir, Campi, riadattamento del Franchi) presentano pesanti controindicazioni. Tutte prevedono tempi lunghi, costi alti e complicazioni varie. L’inserimento di uno stadio in un contesto urbano è operazione complessa che solo i semplicioni pensano di poter risolvere con uno schiocco di dita. Ma qui si sta esagerando.
Confesso di essere passato, da alcuni mesi, dal fronte ottimista a quello profondamente pessimista. La Fiorentina in uno stadio nuovo o completamente rinnovato? Non è roba per me. Forse, se ne avrò, per i miei nipoti.
Enrico Martelloni
Lo stadio a Campi non prevede spese enormi e ha tutti i vantaggi che alla Fiorentina serve. Commisio non aspetterà i nipoti. Quando Commisso se ne sarà andato e giocheremo presto col Compiobbi qualcuno avrà ancora dubbi su chi è il memico: la politica di Firenze e i suoi vertici.