Se Michelangelo, Leonardo da Vinci, Giotto, Leon Battista Alberti, Lorenzo il Magnifico, Brunelleschi, Machiavelli e il David stesso fossero in vita oggi, si arricchirebbero facilmente ai danni della Gazzetta dello Sport. Anzi, la Gazzetta dello Spot, malriuscito. Una class action nei confronti del giornale per diffamazione a mezzo stampa sarebbe stravinta con ampia facoltà di prova.
La paginata che la “rosea” ha voluto dedicare ad uno stridente parallelo tra il Rinascimento e la Juventus; tra i grandi geni di quell’epoca, che vivevano e lavoravano a Firenze, e un gruppetto di bravi calciatori i cui cervelli messi tutti insieme non ne fanno mezzo dei succitati, è davvero un esempio di giornalismo da conati di vomito.
Il servizio è un’idea cogliona, sviluppata male e illustrata peggio. Non voglio addentrarmi in commenti sulla mancanza di rispetto per Firenze, la sua storia, la sua squadra di calcio i suoi tifosi. Alla Gazzetta dello Sport di questo, è chiaro da tempo, non importa niente. Sono scelte editoriali che non mi interessano.
Il problema è invece l’esempio che il più diffuso quotidiano sportivo italiano dà ai giovani colleghi o aspiranti tali. Se volevano esemplificare come non si fa giornalismo, allora l’obiettivo è centrato pienamente. Siccome ritengo invece che si siano crogiolati nella loro (pessima) idea, credendo di aver fatto una pensata geniale anziché una boiata colossale, non si chiedano poi perché le vendite del giornale stanno andando a picco. E la credibilità è ormai al di sotto di quella del Vernacoliere.
Paolo
Il giornalista Della Gazzetta si è dimenticato della”fava del David” dove si sono attaccati tutti i gobbi,menzionati o no