Mutu, Gilardino, Diamanti, Quagliarella. E’ la fiera dei cavalli di ritorno per la Fiorentina, a star dietro alle voci che circolano, alcune in maniera troppo insistente per non avere alcun fondamento.
I tifosi viola hanno in mente il ricordo di Toni, arrivato fra gli sberleffi generali dall’esperienza in Dubai, è risbocciato prima in viola e poi al Verona come in una seconda giovinezza. Un caso più unico che raro. Uscire da un calcio vero, anche se un po’ in crisi come quello italiano, per approdare tra lustrini, cotillon,ingaggi faraonici, e quindi fare retromarcia non è facile. Ci sono in ballo la condizione atletica, quella mentale, la capacità di soffrire oltre, naturalmente, al conto in banca.
A parte Quagliarella, le tracce degli altri sono uscite dai radar da tempo. Il Gila saprà sempre suonare il violino? Alino avrà ancora la dinamite nel sinistro? E, soprattutto, il fenomeno sarebbe ancora in grado di fare la riverenza alla Fiesole senza rischiare il colpo della strega?
Edoardo
A gennaio non si fanno affari, Mutu a gettone di presenza e tenere Marin.
Fra l’altro visto il caso Neto l’attuale dirigenza sembra incapace di gestire sia la riduzione della rosa sia altre operazioni.