Un gemellaggio culturale tra Firenze e Roma in occasione del confronto in Europa League. La proposta, fatta dal giornalista Mediaset Pierluigi Pardo, certamente animata da nobili intenti, a me francamente pare, rubo la frase a Paolo Villaggio, “una boiata pazzesca”. Naturalmente i sindaci delle due città Dario Nardella e Ignazio Marino hanno subito risposto positivamente all’invito. L’ipocrisia si taglia a fette in questi casi e la facciata conta assai più del retro pensiero. Non c’è bisogno delle partite di Europa League, che fra l’altro arrivano dopo quelle in campionato e in Coppa Italia, per far svelare ai fiorentini l’esistenza di Roma e viceversa. Città è tifoserie si conoscono assai bene. E calcisticamente si detestano. Sotto il profilo cultural-turistico non serve l’occasione di una partita di calcio per indurre ad una gita sotto il Cupolone, Santa Maria del Fiore o San Pietro non fa differenza. Anzi, la coincidenza con l’avvenimento sportivo, spesso intriso di tensioni e accolto con la mobilitazione di polizia, esercito e marines, è un motivo disincentivante.
Lo sanno bene anche i due sindaci, ma che potevano fare? Dire “non ci penso nemmeno”, che probabilmente è ciò che gli è passato per la mente, e apparire cinici e insensibili? Così hanno dato un “ok” che vuol dire tutto e niente. Firenze e Roma sono due splendide città, insieme a Venezia, le ambasciatrici d’Italia nel mondo. Hanno alle spalle un carico di storia e cultura. Costituiscono un capitale di civiltà, che purtroppo spesso evapora proprio quando entrano in scena il calcio e il tifo. I supporter giallorossi qui non sono amati. I motivi sono molteplici e noti a tutti. Sentimento probabilmente ricambiato. Il gemellaggio sarebbe una forzatura, una barzelletta che non fa ridere. Scommetto che non se ne farà di nulla. E sarà meglio così.
matteo
l’idea naturalmente non è nata da pierluigi pardo, che se n’è appropriato il merito, ma da uno dei consulenti media di renzi, francesco nicodemo. naturalmente da buon giornalista populista, che strizza l’occhio al tifoso, lei matteini soffia sul fuoco. quando imparerà a non dire cose di pancia, per trovare consensi fra i tifosi, ma a scrivere i fatti, sara’ sempre tardi. capisco che non avete altro spazio su dove dire la vostra, ovvero i vostri quotidiani hanno chiuso, o vi hanno mandato via, ma non c’è bisogno di essere populisti per avere un pò di attenzione. nella vita si può fare un mestiere diverso che sciupare il mondo del giornalismo
Francesco Matteini
Vedo che ricorre ad argomenti molto sofisticate per controbattere le mie considerazioni. Non mi interessa di chi sia l’idea, confermo che è “una boiata pazzesca”. Perché non prova ad esprimere le sue opinioni, se ne ha, andando oltre la contumelia. Infine la devo contraddire: nessuno dei giornali in cui ho lavorato ha chiuso o mi ha mandato via. La sfido a provare il contrario, caro il mio chiacchierone.
Giangi
Caro Matteo, non voglio difendere matteini, ma sinceramente sto gemellaggio culturale proprio non lo capisco, in special modo tra due tifoserie che (come tutte)quando si incontrano per un incontro di calcio, che vuole che si dicano ” Come posso aggiustà la Barcaccia o come si pò coprì i biancone peicchè un gli pigli i freddo? Ma vien via ci state prendendo pe i c..o.
Un saluto.
Massimo Rione Gavinana Fiorenza
Mi stanno simpatici come la sabbia nelle mutande. Dirò di più, tra juventini e loro preferisco di gran lunga i primi.
Vedo più probabile la conversione in massa dell’isis al buddismo che un gemellaggio con questi frignoni impuniti. Di chiunque sia la paternità di questa boiata non conosce affatto la storia del calcio italiano degli ultimi 30 anni.
Belvaromana57
La critica di Matteo (un nick casuale?) mi sembra eccessiva. Di populismo è intrisa la nostra società. Di questi tempi più che mai.
In fondo Matteini è uno che legge spesso nella pancia dei tifosi e ne ricava dei pezzi di colore. Cosa assai rara in un ambiente appiattito su dissertazioni circa il 433 o il falso nueve.
Il sistema calcio si è alimentato per decenni con gli antagonismi di campanile, arrivando a diventare la settima azienda nazionale con quattro quotidiani solo sportivi.
È il segreto del suo successo. Non togliamogli pure quello