Non si può dire che la Fiorentina abbia in squadre dei cecchini letali. Nelle ultime dieci partite tra campionato, Coppa Italia e Europa League, la squadra ha tirato verso il portiere avversario 131 volte, ma soltanto 50 palloni sono finiti nello specchio della porta (e di questi 16 in gol). Quindi i giocatori viola centrano la porta avversaria nel 38,2% dei casi. Percentuale non esaltante che nelle ultime due gare senza centravanti è crollata al 9,1% (22 tiri, dei quali sono 2 nello specchio della porta). Pensate che lunedì scorso la Lazio ha tirato verso la porta viola 16 volte, centrandola in 13 occasioni, con una percentuale dell’81,2%. I numeri sono aridi, si coniugano male con le passioni che circondano una partita di pallone, si prestano a letture talvolta opposte, tuttavia denunciano la situazione di disagio di una squadra decentravantizzata.
Hai voglia a mettere in campo falsi nueve. Un conto è se si chiamano Messi, altrimenti la “falsità” si nota tutta. E a maggior ragione se la mira fa spesso cilecca. Ieri la Fiorentina ha tirato in porta 16 volte, ma solo due palloni sono finiti nello specchio di porta: il gol di Ilicic e il tiro da fuori di Badelj deviato in angolo. La Roma ha tirato solo 9 volte verso Neto, ma in 4 occasioni (44,4%) ha centrato il bersaglio. La triplice assenza di Gomez, Babacar e Rossi (i “professionisti” del ruolo) spiega solo in parte questa imprecisione. Eppure l’area da colpire non è piccola. Si tratta, com’è noto, di un rettangolo di 7,32 X 2,44: ovvero 17,86 metri quadrati. Oggi giorno ci si fa un monolocale con angolo cottura. Invece sembra che alla Fiorentina serva un salone delle feste.
Carlo F.
Pezzo delizioso. E impietoso: ma le cose stanno proprio così e non solo “nelle ultime dieci partite”… Chapeau.