Sono in grado di svelarvi in esclusiva planetaria perché Babacar non ha esultato dopo il gol al Belenenses. Le direttive di Paulo Sousa negli spogliatoi erano state chiare: massimo risultato con il minimo sforzo. Ovvero: rigoroso risparmio di energie in vista della gara con i bianconeri. Guinzaglio tattico ad Alonso per riservare le sue sgroppate allo Juventus Stadium. Andamento lento per le movenze di Borja Valero, così come per Verdù, che neanche aveva bisogno dell’indicazione. Freno a mano tirato per Bernardeschi quando è entrato in campo. Per questo Baba, ligio alle disposizioni, ha pensato bene, dopo aver segnato il gol, di non sprecare neanche una goccia di sudore per scavalcare tabelloni pubblicitari, correre sotto la curva, fare capriole a rischio osso del collo, saltapicchiare come un indemoniato o esibirsi in dubbi accoppiamenti con la bandierina del calcio d’angolo. Ogni stilla di energia va riservata a scopi più redditizi che accondiscendere la pur comprensibile smania di esultanza dei tifosi.
Scherzi a parte sono andato a rivedere gli atteggiamenti di Babacar dopo i gol segnati prima di ieri. E ho cancellato ogni perplessità sulla sua presunta non esultanza per il gol vittoria. Col Genoa, corsetta sotto la Fiesole, massima concessione all’euforia. Col Carpi subito sommerso dai compagni e preso a pacchine. Con la Roma, erano gli ultimi secondi di gara, immediato recupero del pallone e corsa verso il centrocampo per riprendere il gioco. Col Fosinone, su rigore, fotocopia di ieri, magari con un sorriso un po’ più spinto. In Coppa, all’andata contro il Belenenses, ancora esultata soffocata dall’abbraccio dei compagni. Insomma, Babacar non è incline a dare spettacolo. Segna con la stessa normalità con cui un impiegato timbra il cartellino. Sa che quello è il suo mestiere. Contrariamente ad alcuni suoi colleghi sa fare gol e non il guitto.
Andrea
Complimenti per lo scoop. Abbiamo in tanti trascorso ore d’attesa, sperando che qualcuno ci informasse sui reali motivi della mancata esultanza di Babacar. Ora che ogni dubbio ed incertezza sono stati fugati (alla grande) dalla ricostruzione giornalistica di Francesco, siamo tutti più tranquilli.