Se fosse quotato in Borsa il titolo Fiorentina sarebbe ai minimi storici. Meno appetibile di un bond del Belize. Che rating potrebbe assegnargli Standard & Poor’s? Una B- sarebbe più che sufficiente. In poco più di tre mesi ha perso quasi il totale dell’appeal, ovvero del proprio valore. Il calcolo è semplice. Ricordate il primo allenamento dell’anno al Franchi? Anche quello, per espressa richiesta di Sousa, fu aperto al pubblico come è accaduto oggi. Era il 2 gennaio, pioveva e i tifosi viola furono ospitati in tribuna coperta: erano in settemila. La squadra per ringraziare del sostegno formò un grande cuore sul terreno di gioco. Sembra sia passato un secolo. Questo pomeriggio, niente pioggia (le uniche nubi sono quelle sull’orizzonte societario), clima mite, in Maratona si sono ritrovati in trecento (così riporta il bollettino ufficiale Violachannel). Da 7.000 a 300 è una perdita secca del 95,7%. Pochi ma buoni, dirà qualcuno. Forse, ma sempre pochi. Anzi pochissimi per una piazza appassionata come Firenze. Il crollo della “quotazione” è un crac calcistico a rischio suicidi di massa (in senso figurato ovviamente) di chi ha investito passione, emozioni, orgoglio e anche soldi per stare al fianco della squadra. Avanti c’è posto. Purtroppo.