Da un lato i capannoni all’amianto dell’ex fornace Brunelleschi, dall’altro uno sversamento di gasolio di origine ancora misteriosa nel tratto dell’Ema che attraversa il paese. La gente di Capannuccia, piccola frazione del Comune di Bagno a Ripoli, è impaurita, preoccupata per la propria salute, disillusa dalle promesse non mantenute e dallo scarica barile tra responsabilità, pubbliche, private, tecniche. Ieri tutto questo malumore è emerso nell’assemblea popolare convocata al circolo Arci dal M5S. A confrontarsi con i cittadini (presenti una trentina di persone) il consigliere comunale Paolo Sartoni (nella foto) e alcuni esponenti del movimento. Lo scopo era informare la popolazione sulla situazione e raccoglierne gli umori.
Gli abitanti della frazione sono esacerbati. Il “gasolio misterioso” da settimane presente nel fiume, che qualcuno ipotizza provenga da cisterne deteriorate presenti nell’area dell’ex fonace e che i tecnici di Publiacqua ad ora non sono riusciti ad intercettare, ha fatto salire la tensione. Da anni il paese, che ospita anche un asilo, vive con l’ombra dei capannoni in cemento-amianto della fornace abbandonata al degrado. “Sono vent’anni che aspetto che venga tolto l’amianto – sbotta una signora – Non ho più la pazienza per aspettare ancora”. In un clima del genere c’è anche chi propone iniziative demenziali, fortunatamente senza molto seguito, come staccare pezzi di amianto da depositare davanti alla casa del sindaco.
Alla fine è stato deciso di passare all’azione puntando su due fronti: legale e mediatico. Sarà costituito un comitato di cittadini che, come primo atto, presenterà un esposto alla magistratura nel quale si chiederà di accertare se vi sono responsabilità pubbliche o private sulla gestione dell’amianto. Per attrarre l’attenzione sul problema verranno contattate le redazioni di trasmissioni come “Le iene” e “Striscia la notizia”. E nel frattempo potrebbe anche essere organizzata in paese una manifestazione a sorpresa.
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