Bagno a Ripoli fra le “capitali” dell’orticoltura. Sei i comuni-pilota scelti dalla Regione per avviare il progetto “100mila orti in Toscana”. Accanto a Firenze, Livorno, Siena, Grosseto e Lucca c’è Bagno a Ripoli, unico comune non capoluogo di Provincia. L’operazione orti urbani, che si propone di andare ben oltre l’esperienza dei vecchi orti sociali, è stata illustrata mercoledì alla Commissione agricoltura da Simone Sabatini per Ente Terre e Regione Toscana e Gabriele Danesi per il Comune.
Le caratteristiche dei nuovi orti – Ideati mutuando esperienze internazionali, non sono rivolti solo agli anziani, anzi guardano molto ai giovani (anche come prima esperienza per capire se l’agricoltura può essere la propria strada). Sono inseriti nel contesto urbano. Devono diventare un punto di aggregazione e di socializzazione andando oltre la differenza fra generazioni, estrazione sociale, nazionalità.
Gli ortisti (il termine è pessimo, ma dopo petaloso chissà che non trovi fortuna alla Crusca) dovranno seguire un preciso disciplinare sulle coltivazioni, che prevede colture non esotiche e invasive e uso di metodi tradizionali e biologici (no chimica). Nell’orto 2.0 niente catapecchie per gli attrezzi, recinzioni, steccati, tettorie. I locali per rimessaggio, di uso comune, saranno inseriti nel paesaggio. Orti di nome, giardini di fatto, insomma.
La gestione e la vigilanza non sarà direttamente esercitata dal Comune ma attraverso associazioni no profit e di volontariato scelte attraverso un bando pubblico in base ai progetti presentati. Le coltivazioni dovranno servire per autoproduzione, assolutamente esclusa la vendita. Possibile la cessione come beneficienza a mense per gli indigenti o al Banco alimentare.
Chi paga – Il finanziamento arriverà dalla Regione Toscana per il 70% e dal Comune per il restante 30%. Nel caso di Bagno a Ripoli lo stanziamento massimo previsto dalla Regione è di 70mila euro. La delibera per dare il via al progetto dovrebbe essere approvata martedì prossimo 15 marzo dalla Regione. Entro fine maggio le prime autorizzazioni per l’avvio dei progetti.
Dove nasceranno – Tre le aree al momento individuate dal Comune: 1) La parte alta del giardino dei Ponti, nel capoluogo, dove attualmente ci sono degli orti abusivi; prevista la realizzazione di 35 orti: 25 da 80 mq ciascuno e 10 fuori terra (soprelevati) da 12 mq da assegnare a soggetti fragili a scopo terapeutico. 2) La zona di via Machiavelli a Grassina (sopra il giardino oltrepassata la Coop): 25 orti da 80 mq 3) Via di Ritortoli (dove attualmente già esistono gli orti sociali): 15 orti da 80 mq.
Queste le prime localizzazioni per partecipare al finanziamento regionale, in seguito saranno cercate altre aree. Possibile anche l’apporto di terreni privati purché concessi al Comune gratuitamente per almeno cinque anni.