Partita di allenamento, pagelle di allenamento.
La Fiorentina batte l’Arezzo con una tripletta del giocatore che non c’è. L’esodato Marco Benassi che segna prima in mischia, poi con un gran tiro al volo e infine con un inserimento dei suoi. Ma è come se i gol li avesse fatti un fantasma. Banassi, infatti, come è noto, non è nella lista per il campionato né in quella per la Conference, può giocare solo le amichevoli, a carte e alla play station. Il quarto gol è firmato dal primavera Biagetti, subentrato a Venuti infortunato, forse anche grazie a un colpo di tacco mancato da Ikone (in fuorigioco?).
Che dire? Certamente è stato anteposto l’obiettivo di tornare a giocare e fare fiato, rispetto alla manovra, risultata abbastanza involuta, e all’incisività, ancora scarsa (attaccanti a secco nonostante le due categorie di differenza con l’avversario).
La nidiata di giovani primavera – Si distingue su tutti Bianco, che con un gran tiro colpisce il palo. Puntuale nelle interdizioni Amatucci (vice Amrabat). Vivace Di Stefano. Poco in vista Berti. Mai servito Toci (che però sfiora il gol con un colpo di testa nei minuti di recupero). Kayode intraprendente nella prima fase della gara (è lui che crea i presupposti per il primo gol di Benassi), poi si nasconde e sulla fascia non lo si vede più. Non valutabili Favasuli e Biagetti, nonostante il gol.
Le punte – Cabral, con la zucca cosparsa di nevischio, conferma di non aver ancora ritrovato il fiuto del gol e di non essere baciato dalla fortuna (uno dei due suoi tiri è stato respinto da un difensore a porta vuota). Saponara mette in mostra un gioco “da sera” dove tutti vestono “tute da lavoro”. Veloce di pensiero ma non altrettanto di gambe. Ikone pigia sull’acceleratore seminando avversari non all’altezza (ti piace vincere facile…), tuttavia il bilancio è comunque deficitario: nessun tiro in porta.
La difesa – Concentrazione da recuperare. Giocare contro avversari inferiori (almeno sulla carta) non aiuta a tenere alta l’attenzione e la tensione. Quarta denuncia qualche incertezza da eccesso di confidenza. Dodò si fa bruciare più volte dal numero 7 amaranto Convitto, che impegna Gollini e poi, liberatosi di Amatucci, Venuti e Igor, segna il gol della bandiera con un gran tiro che buca Gollini.
Senza infamia e senza lode: Terracciano, Ranieri, Biraghi, Maleh, Terzic.
Alessandro Masangui
Biraghi da Arezzo