Prelievo di acqua alla sorgente dell’Isone (un po’ in stile ampolla di Bossi alle sorgenti del Po) e di qualche zolla dalla zona che verrà seppellita sotto un manto di terre di scavo provenienti dai lavori della terza corsia autostradale alto fino a venti metri. E’ stato questo l’atto simbolico, culmine della marcia di protesta organizzata stamani (sabato 19 marzo) dal Comitato l’autostrada che vogliamo (anche se forse si dovrebbe chiamare l'”autostrada che non vogliamo” visto la decennale battaglia contro il progetto di allargamento). Guidati dall’attivissimo Sergio Morozzi, un gruppo di una trentina di persone, fra le quali la ex consigliera comunale di Bagno a Ripoli Beatrice Bensi, il consigliere comunale del M5S Paolo Sartoni e la consigliera comunale di Firenze Silvia Noferi, la neoconsigliera comunale di Cittadinanza attiva Sonia Redini (unica dei quattro arrivata al traguardo), è partito da Osteria Nuova verso l’area che secondo il progetto di Società Autostrade sarà “morfologicamente rimodellata”. Oltre venti ettari in prossimità della curva autostradale che si trova subito prima dell’ingresso nella galleria di San Donato (leggi qui i dettagli del progetto). L’allegra brigata ha faticato a mantenere serrate le fila e strada facendo (il giro completo è durato circa tre ore) ha perso qualche adepto nonostante gli appelli di Morozzi, armato di megafono. L’occasione è stata utile per farsi un’idea più precisa della zona oggetto dell’intervento e dell’impatto ambientale e paesaggistico che subirà se il progetto di Autostrade andrà avanti senza ulteriori correttivi.
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